Bisogna BOMBARDARE i migranti
Il recupero del peschereccio affondato con il suo carico di migranti consentirà di dare umana sepoltura a quanti fuggivano verso sperati obiettivi di vita. Quel carico è un atto pesantissimo di accusa nei confronti di un'Europa imbelle incapace di compiere autonome azioni di governo di scala continentale. E' anche uno schiaffo in faccia.
La nostra Marina
Uno schiaffo da parte nostra a quasi tutti gli altri Paesi, uno schiaffo che oggi si appalesa con il recupero fortissimamente voluto da tutti gli italiani, costasse quel che costasse ma che ha come supporto l'impressionante, fortunatamente impressionante e instancabile azione della nostra Marina per trarre in salvo una quantità incredibile di migranti.
Ora l'aviazione
Ora è il momento dell'aviazione, non alla Sarcozy, alla Cameron, prima ancora a Blair, Bush, Rumsfeld. Quei guerrafondai hanno avuto quel che si meritavano e non già dalla storia ma addirittura dalla cronaca. Non sono più nessuno e se ci fosse giustizia reale quantomeno meriterebbero di essere indagati, almeno con l'apertura di un procedimento, per crimini di guerra.
All'aviazione un compito simile a quello della Marina ma originale.
Le bombe sui migranti
E' il tempo in cui agli aerei di ogni nazionalità dovrebbe essere affidato un unico compito: bombardare gli emigranti, Bombardarli sulle rive del Mediterraneo, dove sono accampati in attesa di solcare in mare (per molti di finirci dentro). Bombardarli sulle rotte africane che portano ai punti di partenza. Bombardarli a casa loro, nei diversi Paesi dai quali vengono le masse disperate.
Milioni di bombe, anzi miliardi di bombe.
Missioni incessanti di tutti gli aerei che ci sono in quelle zone, missioni di tipo diverso, tali da dispiacere profondamente ai mercanti della guerra, messaggeri di morte. Bombe che non scoppiano in senso tradizionale ma possono scoppiare in senso figurato per gli effetti che possono determinare.
Ricordiamo
Ricordiamo il 9 agosto del 1918. Con un'impresa oltre il possibile, tecnicamente formidabile, al comando D'Annunzio, nove aerei partirono alle 5.50 da San Pelagio, nei pressi di Padova. Alle 9.20 erano sul cielo di Vienna. Bombardarono e tornarono alla base, (salvo uno atterrato per difficoltà tecniche), alle 12.40 dopo 1000 km di volo, una enormità allora. Avessero scaricato bombe tradizionali non avrebbero ottenuto lo stesso risultato che invece fece il giro del mondo. Impero umiliato per il tipo diverso di bombe. Erano semplicemente manifestini, 50.000 con testo, aulico, Dannunziano, e 350,000 con testo di Oietti, ma per ogni viennese un macigno pesantissimo, uno shock psicologico.
Riprendiamo quel cammino
Sia pure in altro contesto, in altra situazione, con ben altre destinatari, oggi è il momento di compiere un'operazione simile.
Le nostre bombe
Come quelle di D'Annunzio le nostra bombe dovrebbero avere un esplosivo per nulla tradizionale ma ben più efficace. Un foglio solo con brevi scritte in diverse lingue ma con l'eloquenza di una sola lingua comprensibile anche da analfabeti, l'immagine. L'immagine del peschereccio appena tratto a riva con il suo carico di morte. Le immagini di tanti naufragi. Brutale, certamente, ma tale da far sapere cosa li aspetta se danno retta ai trafficanti di uomini, donne, bambini. E poi trasmetterle dalle TV dei diversi Paesi, pagando perchè bisogna essere martellanti per far capire che là in fondo le sirene che chiamano a Scilla e Cariddi alimentano speranze illusorie perchè non si conosce l'inganno, il rischio di finire in pasto ai pesci.
Intesa
E se non si trovasse un'intesa su questo tipo di bombardamento? Ai limiti facciamolo da soli.